f 9_oggetti
L’oggetto
architettonico ti vorrebbe inghiottire, vorrebbe che tu lo contemplassi,
lo
accarezzassi, ti facessi accarezzare, l’innesco per uno scivolamento
senza
fratture, se non quelle fornite dallo stupore,
morbido e conseguenziale come un
apparato intestinale.
<<< la risultante è la sensazione di essere giunti a uno
scarto, un diradamento, una crescita in negativo e non come materiale sottraibile
alla realtà ma come percorso logico speculare alle addizioni logiche conosciute. >>>
<<< Il significato è aggrappato ad un semi-caso, alla
temporaneità del momento senza alcun percorso specifico, un semi-automatismo derivante
da un’abiura, da un avviluppo immateriale. >>>
<<< Ne emerge un profondo stridore che cozza contro qualsiasi
relatività compensativa, con qualsiasi posizionamento strategico. Se non c’è
soluzione, non c’è cura, se non c’è cura rimane solo una parvenza di evidenza. >>>
<<<E’ come sempre il dato di partenza a determinare il vuoto, non certo la fine. Ciò che attraversa il mondo si nutre di fine, è pur necessario parlare, affermare la propria presenza, dimenticarsi del tempo.
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© ardio riendila