f 6_ferro - cemento

speculare#03

Un sudario (un positivo e un negativo), una costola non data, soltanto uno scatto fotografico poi appeso come un quarto di manzo, come un berretto a sonagli, come a schernire il tempo, a chiedere una risposta, come a credere di averlo fatto apposta.


portappunti
Di quello che non c’è rimangono gli appunti. Assenza e presenza hanno un ingombro analogo a volte un peso equivalente.

ombra della mia ombra
La sfuggente connotazione dei pensieri, per avere chiara una visione del mondo è necessario avere un'altrettanto chiara predisposizione.

Dall'alto o dal basso?
Bilanciamento, accettazione di uno status fisico, silenziosa instabilità che chiameremo equilibrio.

doppio vettore
Spada in equilibrio obbligato
 

paesaggi urbani

Città in linea tra le dune e il mare

torri abitative - parcheggi - servizi

Una muraglia visibile dallo spazio è una cintura di castità che nasconde i nostri pudori e li fa evaporare. L’architettura in mano agli architetti è una disgrazia, eccetto la mera manualità tutta l’attività dell’uomo è una disgrazia, un circolo vizioso, un vicolo cieco, cosa per pochi. I calli sulle mani sono evidenza che nessuno vorrebbe vedere, evadere è la nostra vera attitudine e i segni lasciati ne sono le tracce.

Giardini di Babilonia

teatro e centro commerciale

L’ambizione sarebbe quella di cambiare i connotati del limite estremo, della frontiera: da semplice involucro a pelle pulsante, rivelatrice, trasmissiva. Da secoli l’architettura è l’antitesi della natura, da quest’ultima l’uomo ha preso nel migliore dei casi gli spunti per il decoro e non è poco, di compenso ha impresso le sue necessità regolative, il bisogno di contrapporre allo strapotere naturale il proprio marchio egotico, funzionale, speculativo, di presenza di esistenza. Il problema sta nella lingua parlata, quella comprensibile, la soluzione sarebbe se non il rumore almeno il fruscio.

Controspirale

Torri eoliche con turbine sotterranee

Paesaggio urbano#01
Una seconda pelle, un involucro spudorato, un manto, la concettualizzazione di un territorio, una sistematizzazione prima della catastrofe. Non è l’idea di risemantizzare il mondo, neanche seppure apparirebbe un trasferimento su Marte, neanche l’abolizione del nostro caos, anche se tutto ciò che non è sedimentato è arbitrario e talvolta l’arbitrarietà ci mette secoli prima di diventare tessuto connettivo, >>>

Paesaggio urbano#02
>>> è probabilmente un modo di essere che nessuno vuole avere, delle enclave per preservare ciò che c’è. Il nostro libero arbitrio ci porterà all’estinzione, logica necessità della nostra evoluzione, qualsiasi altra strada è o un palliativo o una dissoluzione prematura. Questi sono flash di un congelamento, macrostrutture che nella loro dilatazione includente e inconcludente fanno perdere il senso dell’abbandono, male primario della nostra civiltà contaminata da luoghi dismessi, vuoti, inutili, non stratificati. >>>

Paesaggio urbano#03
>>> L’epoca dell’individuale sta emettendo i suoi più feroci boati, quella dei mondi chiusi replicati, pedissequamente simili, finte monadi. Ci si avvia al paradiso, alla connettività totale, alla pubblica nudità senza scandalo, la dittatura è sempre determinata da chi ignora, sia esso retto che reggente. I nuovi capitali hanno generato città puntiformi in tutte le società emergenti. >>>

Paesaggio urbano#04
>>> Questi invece sono arcipelaghi di falansteri, stecche o calotte abitative amorevolmente collegate come un tinello e una cucina, magari senza inserti floreali, senza condimenti ma neanche minimali a palesare la presa di coscienza del nostro fallimento, nulla di peggiore di quello che già c'è, a parte la consapevolezza. >>>

 

Paesaggio urbano#05
>>> E' ovvio che a perderdene è chi la consapevolezza già ce l'ha, chi conosce bene allegria e tristezza, sa dosare le forze, conosce l'economia delle cose e sa usare se stesso a parametro, a costui faremo dirigere i lavori, magari anche finanziarli lasciandolo poi al suo libero destino che è lo specchio parlante del nostro.

Fontana Candida
fonte circondata da un parco giochi
Camminare su qualcosa che sporchi e insieme rivitalizzi, un ritorno al primitivo senza trasposizioni, senza materiali intelligenti, senza funzionalità aggiunte. In un'epoca di scemenza la tecnologia ci  supporta, la domotica lascia candida la nostra idiozia, ogni epoca ha la sue stigmati.

atarassia interna perduta all'esterno
palazzina sul canale
Una struttura balconata adatta ad un urlo pacato, una cassa acustica particolare dove Paolo Veronese avrebbe potuto far posare le sue nobildonne o una compagnia teatrale mettere in scena l'Ulisse di Joyce.